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numero-2

Abbattiamo muri, costruiamo ponti (#2)

La Campagna anarchica di solidarietà internazionale “Tre ponti”
Di A. Soto

We tear down walls - We build bridges

We tear down walls – We build bridges

 

In questa epoca il terrorismo è stato assunto a nuova ragione di Stato e non a caso il nemico pubblico numero uno di turno si fregia anch’esso, in concorrenza con i suoi più antichi rivali, di questo certificato di oppressione. Di conseguenza si moltiplicano le frontiere che allontanano le persone e le culture producendo nuovi conflitti distruttivi. Per questo sono preziose le iniziative politiche che rompono le geografie consolidate, che uniscono territori separati dal potere ma uniti da storie di contaminazione culturale e solidarietà. I paesi dei Balcani e la Grecia ad esempio, così vicini e così lontani per le Marche, vengono descritti in genere come luoghi instabili e pericolosi da confinare e controllare o come territori di conquista per le piccole e medie imprese nostrane all’interno della Macroregione Adriatico-Ionica, di cui Ancona è capoluogo. La campagna “Tre ponti” ci consegna invece un punto di vista diverso, combattivo, critico e creativo. I volti di chi si affaccia su un mare che dobbiamo conoscere meglio.

La Campagna anarchica di solidarietà internazionale “Tre ponti” è nata diversi mesi fa su stimolo di numerosi gruppi libertari greci, tra i quali il Gruppo dei comunisti libertari di Atene, e con il supporto dell’Internazionale di Federazioni anarchiche. Leggi tutto »Abbattiamo muri, costruiamo ponti (#2)

Il Parco nazionale del Catria, Nerone e Alpe della Luna: tutelare l’ambiente e sopravvivere allo sviluppo (#2)

Il Parco nazionale del Catria, Nerone e Alpe della Luna: tutelare l’ambiente e sopravvivere allo sviluppo
Intervista redazionale al collettivo Squola di Pergola

Raduno sul Monte Catria per 'Il Parco che non c'è', settembre 2014

Raduno sul Monte Catria per ‘Il Parco che non c’è’, settembre 2014

 

Da oltre dieci anni diversi soggetti hanno avviato una campagna di sensibilizzazione e si stanno battendo per la costituzione del Parco nazionale del Catria, Nerone e Alpe della Luna: una vasta area protetta a cavallo di Marche, Toscana e Umbria che racchiude gran parte dei massicci montuosi della provincia di Pesaro e Urbino. Si tratta di zone riconosciute come altamente significative dal punto di vista geologico, ambientale e della biodiversità. L’iniziativa è nata dal basso, grazie alla spinta generosa di tanti soggetti che hanno interesse a tutelare e valorizzare questo comprensorio montano e che in tutti questi anni hanno cercato di stimolare le comunità locali, di informarle, di far sì che la mobilitazione sia il più possibile partecipata e condivisa. Abbiamo deciso di intervistare i compagni e le compagne dello spazio autogestito Squola di Pergola che seguono questa campagna partecipandovi in prima persona e in prima fila, per farci raccontare la loro esperienza, le motivazioni che li hanno portati su questa strada, le loro aspettative, i passi in avanti fatti in questi anni, le difficoltà e le resistenze che il progetto incontra, ma anche per esporre e discutere con loro alcune nostre perplessità su progetti di questo tipo, riguardanti in particolare i risvolti gestionali, politici, burocratici ed economici che l’istituzionalizzazione di un Parco porta con sé.

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Fascisti al Furlo (#2)

Fascisti al Furlo
Di Luigi

Il profilo di Mussolini sul monte Pietralata in una vecchia cartolina

La gola del Furlo è un luogo di straordinaria bellezza naturalistica. Le pareti a strapiombo dei monti Pietralata e Paganuccio, scavate dalla forza del fiume Candigliano, si aprono inaspettate nel paesaggio dolcemente collinare dell’entroterra pesarese, proteggendo un piccolo ecosistema dal fascino unico, suggestivo e selvaggio (se non fosse violentato da un’orribile diga dell’Enel). Sul lato destro per chi proviene dal mare si snoda il percorso dell’antica via Flaminia che attraversa il “forulus” da cui la gola prende il nome, cioè le due antiche gallerie scavate in uno sperone di roccia, scheggia dopo scheggia, dagli scalpelli degli schiavi romani un paio di millenni fa.

Eppure questo scenario nasconde qualcosa di strano, come un’oscura presenza incombente. Se ci si ferma nel bar proprio sopra al parco fluviale, l’occhio cade sulla bacheca esterna dove tra immagini di fossili e inni al tartufo locale campeggia una vecchia foto, anni trenta, di un’autoblu antelitteram parcheggiata lì davanti. Il passeggero è sceso e sta guadagnando la porta, sopra la foto si legge: “entrata di Mussolini nella saletta”. Ah, ecco, è proprio Lui!

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