L’ebbrezza della rivoluzione
Lo “sciopero dei bevitori” di fine Ottocento in provincia di Pesaro e Urbino
Di Luigi
Da Rivista Malamente n. 31, dic. 2023 (QUI IL PDF)
[con la collaborazione di Federico Sora che ha gentilmente messo a disposizione la documentazione d’archivio]
«Viva la rivoluzione sociale!»
Nel 1842 l’aumento di un centesimo sul prezzo del faro – bevanda popolare di Bruxelles e dintorni prodotta aggiungendo zucchero candito bruno al tradizionale lambic (birra acida) – provoca una mezza insurrezione conclusa felicemente con il ritiro del provvedimento e grandi festeggiamenti cittadini.[i] Scene simili si verificano sulla Grand Place della capitale belga negli anni successivi.[ii] Nel 1844 il re Ludovico I di Baviera è costretto dopo quattro giorni di rivolte ad annullare la nuova tassazione sulla birra che aveva sciaguratamente disposto.[iii] Nel 1855 l’amministrazione di Chicago tenta di sestuplicare il costo delle licenze di vendita alcolici e di imporre la chiusura delle taverne la domenica; la misura è rivolta soprattutto contro gli immigrati tedeschi e irlandesi, abituati a trascorrere i giorni festivi bevendo in compagnia. La popolazione dei quartieri ignora provocatoriamente il divieto e un gran numero di bevitori viene arrestato in flagranza di reato. Il giorno del processo, orde di manifestanti arrabbiati irrompono nel centro cittadino e si scontrano con la polizia: il consiglio comunale, messo alle strette, è costretto a tornare sui suoi passi.[iv] Di nuovo in Germania, nel 1872-1873, la gente scende in strada contro il rincaro della birra: le manifestazioni di protesta vengono brutalmente represse dalle forze dell’ordine, nella sola Francoforte sul Meno si contano diciotto morti e numerosi feriti.[v]
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