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Cavallino rivista (#9)

Cavallino rivista
Recensione di Valentina

Castelcavallino è un piccolo borgo sulle colline marchigiane, a po­chi km da Urbino. A volerlo cercare sulla mappa, se non si è della zona, quasi scompare nella costellazione di paesi e piccoli agglomerati di case e vite dell’entroterra pesarese. Un luogo piccolo e poco abitato, essenziale nelle sue possibilità eppure sconfinato: da qui la vista spazia sulla campa­gna e sui rilievi sinuosi dove si alternano colori e stagioni, e con lei viaggia­no l’immaginazione, l’introspezione, la creatività.

Perché tante parole per un puntino su una mappa? Perché Cavallino Rivi­sta, progetto editoriale autoprodotto di sette giovani disegnatori e disegna­trici della Scuola del Libro di Urbino, oltre a portare il nome di questa pic­cola frazione, sembra racchiudere in sé proprio tutte le sue caratteristiche. Un progetto piccolo con uno sguardo ampio, un’opera prima essenziale in tutto il suo processo creativo, di realizzazione e diffusione, che aspira a contenere ed esprimere soggettive tanto personali quanto universali.

Abbiamo chiesto a Samuele Canestrari, uno degli autori, di raccontarci alcuni aspetti di questo progetto, dal legame con il territorio alla sua realizzazione prati­ca, dalla scelta dell’autoproduzione fino alle prospettive sul futuro e la crescita di questo “piccolo Cavallino”.

Cavallino rivista #1 - copertina
Cavallino rivista #1 – copertina

 

Cavallino è un borgo quasi abbandonato dove un po’ per caso, un po’ per necessità ci siamo rifugiati. Eravamo in sette, disegnatori, a stretto contatto ogni giorno. Abitavamo tutti la stessa piazza, dello stesso minuscolo paesino. Avevamo tutti gli occhi pieni dello stesso panorama. Ci siamo raccolti intorno a questo progetto dopo mesi e mesi di produzione individuale. È stata una fase cruciale, nonostante sia stata una ricer­ca fatta in singolo, uno ad uno, in uno spazio intimo e privato, in cui ci si nutriva dei propri

autori di riferimento, talvolta confrontandoci, e scambiandoci le nuove scoper­te. Era marzo e il nostro percorso di studi stava finendo. Avevamo tutti bisogno di trovare una forma al nostro lavoro. Nel momento in cui abbiamo pensato di fare una rivista, l’idea di rivolgerci a una casa editrice non ci ha neanche sfiorato. Avevamo i disegni, i computer, la voglia di fare. L’autoproduzione ci ha permesso in prima persona di partecipare attivamente a ogni tappa del processo fino alla composizione di un corpo libro. Ci ha dato la possibilità di autodeterminarci in ogni singola scelta (compreso l’investimento economico) frutto di confronto e dialogo tra di noi. Era un percorso che conoscevamo solo a grandi linee prima di intraprenderlo, ad ogni passo il libro cresceva e noi con lui. L’idea che avevamo all’inizio, cioè quella di riuscire ad andare in stampa in due settimane ora ci fa tenerezza.

Insieme all’autoproduzione, uno degli aspetti più interessanti di Cavallino Rivista è la sua “diffusione”. Da un lato perché i suoi autori e autrici oggi non abitano più le case del borgo, ma sono sparsi in diverse province e stati; dall’altro perché la rivista stessa, distribuita solo in poche librerie e realtà indipendenti, viene portata in giro per presentazioni e festival e viene diffusa soprattutto in queste occasioni che sono prima di tutto incontri e scambi tra persone.

Il nostro intento non è quello di creare un gruppo chiuso e fisso di persone, anzi è nel nostro interesse l’idea di guardarci intorno, aprirci e lasciarci attra­versare. Da queste condizioni e dal nostro desiderio di crescere ancora è nata l’idea di una casa editrice fondata sullo stesso principio, la fiducia dello sguardo dell’altro e la ricchezza che questo ci dona, la possibilità di stupirci davanti a qualcosa che credevamo di conoscere. Cavallini edizione nasce come piattafor­ma di sostegno per chi ha il materiale e il bisogno di arrivare a una forma, a un oggetto da poter stringere tra le mani, di cui poterne scegliere la carta, lo spessore, il colore, l’involucro. Noi seguiamo ogni passaggio, consigliando e ra­gionando insieme, mettendo a disposizione la nostra voce, l’attenzione, e quello che abbiamo imparato in questa piccola ma importante esperienza. Il risultato è una co-autoproduzione.

Da: Cavallino rivista #1
Da: Cavallino rivista #1

 

Rivista e casa editrice: come si diceva, da una realtà piccola e per certi aspet­ti fortemente locale le strade che si aprono sono senza confini. Samuele ci ha raccontato che in cantiere ci sono già diversi progetti di pubblicazione che viaggiano in parallelo con un nuovo numero della rivista. Quello che ci ha colpito del primo volume è la preponderanza delle illustrazioni rispetto alla scrittura e la scelta di un segno grafico che è più intimista ed emotivo che narrativo. Non c’è un vero e proprio tema a condurre le storie sebbene in tutte si possono trovare dei riferimenti al quotidiano degli autori, alla dimensione dell’abitare, una casa, un paese o uno stato d’animo. Tutte le storie sono state montate partendo dai disegni, alcuni già pubblicati, altri inediti, tutti messi in comune e riassemblati seguendo le suggestioni visive prima, e delle parole poi.

Un’esperienza da conoscere e sostenere, coraggiosa e sicuramente intra­prendente sia per l’età di disegnatori e disegnatrici, che per il pregio di vo­lersi inserire in un panorama editoriale in cui illustrazioni e fumetti stanno conoscendo una nuova fortuna. Non è facile incontrare la rivista in rete, un po’ come lo è per il borgo di Castelcavallino sulla mappa, per questo consigliamo a tutte e tutti di seguire la pagina Facebook (facebook.com/ cavallinorivista) e trovare l’occasione di incontrare in carne, ossa e carta questo giovane progetto editoriale.

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