Recuperando el paraíso
Film documentario di Rafael Camacho e José Arteaga, 72 minuti, Messico, 201
Recensione di Vittorio
“Alla riconquista del paradiso” è per me la traduzione che rende meglio l’idea dell’intensità del concetto di “recuperar” per le comunità povere del Messico indigeno e contadino.
È un documentario indipendente che racconta la resistenza del paese di Santa Maria Ostula nella costa dello stato di Michoacan, che come molte altre, stanno soffrendo da anni la violenza del crimine organizzato. Gli autori sono due giovani registi con già molta esperienza nel mondo dei media digitali e militanti, impegnati da anni nelle lotte di base a Città del Messico e in diverse altre regioni del paese.
Le riprese hanno inizio nel 2009, quando gli abitanti di Ostula fondano il centro abitato di Xayacalan sui terreni che gli erano stati sottratti dal governo per essere distribuiti a dei privati. A partire dalla riconquista di queste terre la repressione aumenta con omicidi e sparizioni forzate. Il clima di terrore provoca la fuga di decine di famiglie e in questo modo dei gruppi criminali, in accordo con il governo, iniziano a utilizzare quei terreni come base per le proprie operazioni. Nel 2014 durante la ribellione armata dei gruppi di autodifesa nello stato di Michoacan, raccontata magistralmente da un altro documentario “Cartel Land” di Matthew Heineman del 2015, gli abitanti che erano stati espulsi con la forza, decidono di ritornare alle proprie terre liberandole dal crimine organizzato e iniziano la ricostruzione delle case e il lavoro della terra che per anni era stata intoccabile.
I registi del documentario sono entrati in contatto con la comunità che abita Santa Maria Ostula nel 2009, quando in veste di giornalisti indipendenti hanno raccontato il processo di occupazione delle terre e la formazione del primo nucleo di polizia comunitaria nello stato di Michoacan. Tuttavia la repressione violenta raggiunse un tale livello di pericolosità da impedire la prosecuzione del lavoro di documentazione negli anni successivi. Nel 2014, durante l’insurrezione armata, i registi hanno accompagnato le forze di Autodifesa nella loro avanzata fino alla costa e sono arrivati così a Xayacalan dopo cinque anni di assenza. In questo modo hanno ripreso il racconto da dove si era interrotto, documentando anche le atrocità commesse dal crimine organizzato.
Il film racconta, osservando con sensibilità e in maniera partecipante, le assemblee popolari, l’organizzazione delle forze di autodifesa, le relazioni tra la vita quotidiana e la grande guerra del narcotraffico che da almeno dieci anni sconvolge il Messico. L’autonomia per le comunità indigene e popolari significa autogoverno, democrazia diretta e autodifesa armata e si inscrive nella tradizione secolare di resistenza alla colonizzazione prima e ai latifondi poi. L’esperienza politica della comunità di Ostula, come quella di centinaia di altre esperienze meno note, rappresenta oggi l’unica base umana e politica per risollevare un paese devastato dalla forma più avanzata ed efficace di neoliberalismo: il narcotraffico organizzato.
La storia del giornalismo indipendente in Messico a fianco delle rivolte e delle sperimentazioni politiche popolari risale almeno ai primi anni dello zapatismo e conta al suo interno numerose produzioni e figure degne di nota. La relazione tra i reporter impegnati nella documentazione dal basso e i movimenti sociali ha dato luogo a numerosi collettivi di produzione e distribuzione di materiali multimediali che spesso, come questo documentario, vengono autofinanziati anche con l’aiuto della rete internet. Fuori dalle comunità zapatiste più note, molti territori indigeni e contadini del Messico hanno visto nascere in questi ultimi dieci anni esperienze di autogoverno, spesso dettate dall’urgenza dell’autodifesa contro poteri politici corrotti e narcotrafficanti.
L’esperienza delle Comune di Oaxaca nel 2006 ha segnato uno spartiacque politico importante per la pratica dell’autonomia politica in contesti urbani e un esempio che è stato seguito con alterne fortune da decine di comunità più o meno grandi. In quella occasione perse la vita un uomo che in questo contesto è giusto ricordare, il documentarista indipendente Bradley Will di Indymedia New York, ucciso da un gruppo di paramilitari a Oaxaca il 27 ottobre del 2006 mentre raccontava la vita dei difensori delle barricate della città. Anche a quelli come lui è giusto dedicare il successo e la diffusione di questo nuovo utile documentario.
Per sostenere il progetto:
www.indiegogo.com/projects/recovering-paradise/
Per contattare gli autori, per info e presentazioni:
www.facebook.com/recuperandoelparaiso/