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[Recensione]. Ai nostri amici (#2)

Ai nostri amici
Di Miranda

Recensione a: Comitato Invisibile, Ai nostri amici, Parigi, La Fabrique, 2014. Tradotto e pubblicato in Italia a luglio 2015, autoproduzione.

Comitato Invisibile, Ai nostri amici
Comitato Invisibile, Ai nostri amici

L’estate scorsa quando ho saputo che il Comitato Invisibile avrebbe pubblicato un nuovo libro sono saltato dalla sedia, era ora. Erano passati sette anni dall’uscita de “L’insurrezione che viene”, un breve trattato di politica radicale che aveva scosso la Francia. Era il seguito di “Appel” uno squisito libretto di fuoco etichettato dalla stampa forcaiola come la bibbia dei black bloc. I presunti autori erano stati arrestati nel novembre 2009, accusati di una serie di sabotaggi alla rete dei TGV francesi e di aver formato una associazione a delinquere. La loro storia aveva sollevato in Francia e non solo un forte movimento di solidarietà. Il libro era stato pubblicato in Italia dalle edizioni Porfido ma l’attenzione nel nostro paese fu scarsa, il dibattito era piuttosto bloccato e stanco, eccezione fatta per la polizia politica che ne fece un feticcio, una figurina rara, da ricercare in occasione di perquisizioni ed arresti. Pochi anni dopo, nel 2011, sembrava che una nuova ondata di lotte suscitate anche dalla crisi economica avrebbe riaperto le danze della liberazione sociale. Qualcosa infatti è successo, le insurrezioni sono arrivate, ma la rivoluzione è ancora un po’ in ritardo, si potrebbe dire parafrasando il primo capitolo del libro. “Ai nostri amici” è nato da una riflessione collettiva, che ha coinvolto centinaia di persone in tutto il mondo, sullo stato delle rivolte contro il potere neoliberale ai quattro angoli del pianeta. Oltre alle argomentazioni politiche ricche e radicali degli autori ed autrici, il libro è anche una traccia, la testimonianza di una generazione di ribelli che ha provato di tutto per costruire una pratica rivoluzionaria e non si è arresa. Questi non sono tempi facili, si sono sgretolate certezze ideologiche ed organizzazioni militanti, e lo spirito del tempo non è dei migliori ci dicono gli autori. Incombe infatti una ariaccia triste di catastrofe che “Ai nostri amici” affronta senza rimanere paralizzato dallo sguardo della medusa della “sfiga” e del potere. Ci vuole coraggio anche per poter sognare. Ci vuole conoscenza dettagliata del funzionamento dei dispositivi di dominazione per immaginare un sabotaggio efficace. Ci vuole conoscenza dei punti deboli dell’economia e della logistica per immaginare una buona vita. Questa lettura offre un respiro ampio, articolato e ricco di idee ed immagini che restituiscono la ricchezza di una esperienza di azione politica radicale che ha il mondo come orizzonte ma tante basi in luoghi concreti. È una lettura che mette in discussione certezze, che non dà soluzioni ma stimoli forti.

“Il compito rivoluzionario è divenuto parzialmente un compito di traduzione. Non esiste un esperanto della rivolta. Non sta ai ribelli imparare a parlare l’anarchico, ma agli anarchici divenire poliglotti”.

I nostri amici raccontano che hanno iniziato. C’è posto per tutti e tutte.

Pensare attaccare costruire. Fucina 62, Roma, 22 settembre 2015
Pensare attaccare costruire. Fucina 62, Roma, 22 settembre 2015

 

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