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Lo scioglimento di Soulèvements de la Terre. Cosa succede ora?

Da lundi.am, 27 giugno 2023

A nostro parere la notizia dello scioglimento del movimento Souèvements de la Terre in Francia indica due importanti linee di tendenza anche per le lotte ecologiste nel nostro paese:

  • è possibile aumentare il livello di efficacia e l’impatto delle azioni contro le industrie ecocide e contro le grandi opere inutili a patto di dotarsi di un’alchimia organizzativa intelligente, generosa e coraggiosa, di cui abbiamo estremo bisogno anche in Italia. La tendenza è globale ed è necessario aprire maggiormente il dibattito nel nostro paese verso ciò che sta accadendo altrove.
  • gli stati democratici sono in difficoltà di fronte all’enorme contraddizione generata dalla crisi ecologica e fanno ricorso agli strumenti dell’antiterrorismo, alzando così il livello dello scontro in una direzione che era già prevista da numerose analisi e ricerche sul tema e che non deve sorprenderci.

Per questo abbiamo deciso di tradurre e documentare quello che sta succedendo in Francia, anche perché pensiamo che nonostante la generosità estrema di tanti/e attivisti/e ecologisti/e che si impegnano quotidianamente nel nostro paese sia necessario uno scatto di creatività e di determinazione all’altezza della situazione drammatica che stiamo vivendo.

Qui e seguenti: sabotaggio del cementificio Lafargue, Marsiglia, dic. 2022

Dopo diversi mesi di esitazione e tentennamenti, il governo ha finalmente deciso di mettere in atto le sue minacce. Durante il Consiglio dei ministri di mercoledì 21 giugno, il presidente della Repubblica, il primo ministro e il ministro dell’Interno hanno firmato il decreto di scioglimento del “raggruppamento di fatto” Soulèvements de la Terre. All’alba del giorno prima, diciassette persone erano state arrestate e le loro case perquisite nell’ambito di due distinte inchieste: una sullo smantellamento dell’impianto Lafarge[1] a Bouc-Bel-Air il 20 dicembre scorso, l’altra sulle manifestazioni a Sainte-Soline.

Poiché molto è già stato detto e scritto su questo scioglimento, sia dai nostri colleghi e colleghe della stampa che dagli stessi Soulèvements de la Terre, ci concentreremo qui su ciò che ci sembra essenziale.

SCIOGLIMENTO E STATO DI EMERGENZA

Dal punto di vista del governo, questa decisione di sciogliere i Soulèvements de la Terre è allo stesso tempo una misura forte e un’ammissione di fallimento.

Si tratta di una misura forte perché scavalca la separazione dei poteri: non sono i tribunali a decidere come classificare e punire un reato o un crimine (commesso o che si sospetta essere stato commesso), ma le stesse autorità politiche, nelle persone del presidente, del primo ministro e del ministro dell’Interno, che decidono unilateralmente e (quasi) senza contraddittorio di sciogliere un’entità politica considerata un nemico. Il termine “nemico” potrebbe sembrare eccessivo o inutilmente bellicoso, ma è necessario.

Il soggetto politico sciolto, benché si tratti di un movimento senza una forma delimitabile come un partito o un’associazione, si trova di fatto bandito dallo spazio pubblico e “democratico”. Qualsiasi apparizione, discorso o azione è dichiarata a priori illegale e quindi passibile di repressione. Non si tratta di garantire che un determinato movimento rimanga entro i limiti dello Stato di diritto repubblicano, ma semplicemente di porlo fuori da tali limiti per farlo sparire.

Allo stesso tempo, è un’ammissione di fallimento, per diverse ragioni. In primo luogo, perché se il governo ha dovuto prendere questa misura di scioglimento, è stato paradossalmente perché sapeva che la giustizia non aveva nulla in mano, o non aveva abbastanza, per poter reprimere Soulèvements de la Terre. È stato inoltre un fallimento perché, anche se fosse vero, come hanno riferito alcuni colleghi, che lo scioglimento è stato accelerato dall’intervento della FNSEA [Federazione nazionale dei sindacati degli agricoltori], la dinamica e la logica stessa dei Soulèvements de la Terre sarebbe stata al massimo temporaneamente e brevemente rallentata, ma non certo sciolta. Torneremo su questo punto più avanti.

COME FUNZIONA UNO SCIOGLIMENTO?

Non appena è stata annunciata la minaccia di scioglimento, Soulèvements de la Terre ha messo il governo in crisi. Se l’obiettivo era quello di isolare ed emarginare il gruppo, si è verificato l’esatto contrario. Più di 120.000 persone hanno rivendicato di far parte del movimento, nel giro di poche settimane, tra cui molte personalità che sarebbe difficile espellere dallo spazio pubblico repubblicano. È questo che ha permesso agli avvocati di Soulèvements de la Terre di sottolineare l’impossibilità pratica della repressione voluta dal governo: è complicato reprimere e incarcerare per tre anni 120.000 persone che dichiarano di far parte del movimento.

Questa dimostrazione apparentemente logica ci sembra tuttavia troppo ottimistica. No, il governo non manderà gli intellettuali Philippe Descola e Marion Cotillard a Fleury-Mérogis [carcere nella periferia sud di Parigi], ma ora ha campo libero per reprimere ciò che vuole, come vuole e quando vuole.

Ciò che è importante capire è che un decreto di scioglimento è indolore come tre firme in fondo a un foglio A4. Una riunione del Consiglio dei ministri, una penna, un foglio di carta e voilà il gioco è fatto: siete sciolti. È solo in una fase successiva che le cose si fanno più difficili e inizia la repressione. In effetti, ai sensi dell’articolo 431-15 del Codice penale, “partecipare al mantenimento o alla ricostituzione, palese o occulta, di un’associazione o di un gruppo sciolto […] è punibile con tre anni di reclusione e una multa di 45.000 euro”.

In pratica, ciò significa che la polizia è libera di controllare uno qualsiasi dei 120.000 firmatari (o non firmatari, poiché l’appartenenza al gruppo è determinata esclusivamente dalla discrezione della polizia stessa) e di perseguirlo. Ciò non implica una condanna automatica, poiché spetterà ancora ai tribunali stabilire se i sospetti sono provati, ma il reato penale sarà considerato commesso a priori. È importante rendersi conto che lo scioglimento non è solamente simbolico, ma è una misura repressiva particolarmente efficace che trasforma il diritto di associazione in permanente sospetto di reato. Ha un obiettivo molto ampio e prerogative tali da poter colpire in modo chirurgico. Quindi no, a Marion Cotillard non sarà impedito di andare a girare il suo prossimo film, ma chiunque sia ritenuto “membro” di Soulèvements de la Terre potrà essere perseguito e potenzialmente imprigionato.

A ciò si aggiungono le possibilità quasi inesauribili di pressioni e intimidazioni di ogni tipo, in particolare nei confronti dei collettivi che lottano contro questa o quell’altra aberrazione ecocida: “riteniamo che stiate ricostituendo i Soulèvements de la Terre, quindi se non volete problemi, annullate il vostro prossimo presidio”.

Aggiungiamo che l’articolo 811-3 del Codice di sicurezza interna francese autorizza gli stessi mezzi di sorveglianza elettronica utilizzati nell’antiterrorismo, in caso di sospetta ricostituzione di un gruppo sciolto. In altre parole, i servizi segreti possono spiare chiunque sospettino di essere affiliato ai Soulèvements de la Terre.

OLTRE SOULÈVEMENTS DE LA TERRE

Pur essendo una misura repressiva particolarmente potente e potenzialmente efficace, questo scioglimento è destinato a fallire. Il nome potrà scomparire, alcune delle persone considerate dal ministero dell’Interno come rappresentanti o leader saranno certamente bloccate per qualche tempo, ma la lucidità e la determinazione che hanno dato forma al movimento ne usciranno rafforzate e consolidate. Al di là delle sciocchezze della polizia e dei media, è importante capire politicamente che cosa Soulèvements de la Terre rappresenta.

Fondamentalmente, Soulèvements de la Terre si può riassumere in una concatenazione di constatazioni:

  • Il pianeta, i luoghi in cui viviamo e le condizioni in cui viviamo sono in via di distruzione.
  • Questa distruzione è la conseguenza di una logica di civiltà molto specifica, che si colloca nella Storia. È comunemente chiamata capitalismo o mondo dell’economia.
  • I governi, singolarmente e globalmente vincolati da questa logica economica, sono incapaci di arrestare la distruzione, di invertire questa logica e di riparare il mondo danneggiato.
  • Cercare di convincere i governi del fatto che stanno portando le loro popolazioni al collasso non funziona, o almeno non abbastanza velocemente, vista la velocità con cui il disastro si sta diffondendo.
  • Attendere è un suicidio.
  • L’unica opzione rimasta è costruire un movimento di massa dal basso, con i seguenti obiettivi: aprire dibattiti pubblici sulle conseguenze dello sviluppo e sul mantenimento di infrastrutture e industrie ecocide. Costruire e rafforzare opposizioni locali a questi progetti. Smantellamento simbolico e mirato di infrastrutture particolarmente nocive, per aprire uno spazio tra la legittimità e la legalità dell’azione diretta.

Per quanto riguarda la loro forma, Soulèvements de la Terre si tengono in equilibrio tra modalità che storicamente sono state percepite come vicoli ciechi:

  • Il rifiuto di scegliere tra invisibilità e pubblicità. Sebbene il movimento abbia dei portavoce, opera sia anonimamente che pubblicamente.
  • Il rifiuto dell’avanguardismo e delle aspettative elettorali. Il movimento si basa sulla propria forza e non riconosce altro potere che la sua pratica reale ed effettiva.
  • Il rifiuto delle identità politiche, che siano gruppuscolari o legate a un’organizzazione o a un partito. Il movimento propone uno spazio di composizione tra forze e aggregazioni eterogenee, anche storicamente e politicamente in conflitto. L’evidenza comune della necessità di agire contro un particolare progetto o infrastruttura fornisce un sufficiente margine di azione e una forza di richiamo che diventa rapidamente ineludibile, al di là delle precedenti appartenenze politiche e dell’eterogeneità delle pratiche. Si tratta di una forma di organizzazione politica autonoma, che non cerca di collocarsi al di sotto dei partiti e delle istituzioni, ma al di là di essi.[2]

Per quanto i servizi segreti si sforzino di trovare una qualche “stratega di ultrasinistra” nascosta in una baracca nel mezzo dei terreni liberati a Notre-Dame-des-Landes, queste constatazioni di base e queste modalità organizzative sono le conseguenze di uno sguardo condiviso e perspicace sul nostro tempo e sulla Storia.

L’involucro Soulèvements de la Terre potrà anche scomparire, ma ciò non avrà alcun impatto su quello che è stato raggiunto, ossia il livello di lucidità e determinazione. Si parla molto di “eco-ansia”, la nuova malattia del secolo che colpisce più della metà dei giovani francesi. Al di là di questa psicologizzazione idiota, ci sono solo due vie d’uscita: l’impotenza e la depressione da un lato, la costruzione di una forza gioiosa e collettiva dall’altro. Comunque vada, le attività contro le strutture ecocide sono destinate a moltiplicarsi.


[1] Sabato 10 dicembre 2022 circa duecento attivisti e attiviste vestiti con tute da lavoro bianche hanno invaso un grande cementificio della azienda multinazionale Lafarge vicino a Marsiglia e hanno sabotato i suoi impianti. La grande azienda francese è al centro delle proteste ecologiste da molti anni perché è considerata una impresa altamente inquinante. E’ stata anche multata dagli USA per 778 milioni di dollari nel 2022 per aver continuato adoperare in Siria in collaborazione con lo Stato Islamico durante gli anni in cui questa entità governava vaste parti del paese.

[2] Non intendiamo, qui, fare l’apologia di Soulèvements de la Terre, ma delinearne le coordinate strategiche. Ovviamente, i punti di equilibrio descritti non sono mai dati e acquisiti per sempre. Sono linee di confine che non garantiscono in alcun modo che in un dato momento la forza in questione penda da una parte o dall’altra, che diventi un gruppuscolo o un puro punto di riferimento mediatico, l’NPA (Nuovo partito anti-capitalista francese n.d.t) piuttosto che un marchio di abbigliamento

1 commento su “Lo scioglimento di Soulèvements de la Terre. Cosa succede ora?”

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