Da “La guerra delle foreste”, Tabor edizioni [QUI IL PDF] Le vili creature dei boschi vivono senza legge, non obbediscono e non rispondono a nessuno, perché ignorano ogni legame di dipendenza. John Aubrey, storico inglese… Profondo bosco. Rifugio e incanto
Di Luigi [QUI IL PDF] Sorella povertà Alla morte di Francesco (1226), la scelta tra povertà o non povertà divide l’ordine da lui fondato in due correnti: gli Spirituali, fedeli allo spirito della Regola e… Eretici e santi. Angelo Clareno e i Fraticelli marchigiani (#19)
di Redazione [QUI IL PDF] Diciamocelo: la cosiddetta “classe dirigente” non ha idea di come uscire da questa situazione. Per mesi il governo italiano, in buona compagnia con quello degli altri paesi, è stato incapace… DPCM e tutto il resto
La riproposizione senza termine di decreti normativi repressivi, ubiquitari a livello globale e motivati da “superiori interessi di salute pubblica” domina la sfera personale e l’agire politico degli esseri umani di questa particolare epoca: diventa perciò chiaro che l’unica via di fuga dalle passioni tristi, l’unica strada che gli individui e le collettività possono percorrere per affermare e riscattare la propria esistenza è quella della rivolta.
Necessità del singolo che immediatamente si trasforma in dispositivo politico di tante e tanti; da bisogno fisiologico dell’individuo la rivolta coinvolge e travolge settori eterogenei della popolazione fino a diventare “proprietà” comune.
Segnaliamo la pubblicazione del libro Naufragio a terra – La rivolta di San Benedetto del Tronto, dicembre 1970 (Malamente, 2020, 68 p.). Abbiamo deciso di dedicare alla rivolta di San Benedetto questa pubblicazione per una… Naufragio a terra – La rivolta di San Benedetto del Tronto, dicembre 1970
Il pensiero computazionale sta entrando di prepotenza nelle scuole, spinto dai governi di tutta Europa. Pensare e agire come farebbe una macchina, senza ambiguità né conflitti, senza immaginazione ma in maniera estremamente efficiente deve diventare, secondo gli alfieri del mondo informatizzato, una nuova capacità di base al pari di leggere, scrivere e far di conto. Dicono che sia necessario affinché le nuove generazioni possano competere nel contesto tecnologico che le circonda. Noi inguaribili poeti, che nonostante tutto preferiamo ancora la complessità irriducibile della vita, dell’amore e della bellezza, crediamo sia più saggio ribaltare il mondo delle macchine, piuttosto che adeguarsi alla sua logica binaria.
Il titolo di
questo articolo richiama il titolo di un libro da poco uscito in seconda
edizione: Coding in Your Classroom, Now![1].
L’autore è Alessandro Bogliolo, docente di informatica applicata a Urbino,
abile divulgatore scientifico, amministratore di Digit Srl (lo spin off
universitario produttore, tra l’altro, dell’App DiAry per il tracciamento dei
contagi Covid-19), nonché figura centrale nella promozione del pensiero
computazione in Italia. Bogliolo è coordinatore dell’European Code Week, la Settimana
europea della programmazione, ovvero una campagna di alfabetizzazione sostenuta
dalla Commissione europea che ogni anno propaganda la diffusione sociale del
pensiero computazionale, con particolare attenzione al mondo della scuola. Ma
di cosa stiamo parlando? Cos’è il pensiero computazionale? Cosa si intende per
coding? Cosa c’entrano le scuole e l’alfabetizzazione?
Il pensiero computazionale, spiega l’autore, è “la capacità di individuare un procedimento costruttivo, fatto di passi semplici e non ambigui, che ci porta alla soluzione di un problema complesso”. In altre parole, in ogni ambito dell’attività umana, sviluppare un pensiero computazionale significa non solo essere in grado di risolvere un problema, ma saper individuare con esattezza il procedimento necessario per raggiungere la soluzione, in modo tale che chiunque – umano o computer – possa replicarlo e, quindi, risolvere quel problema. Per coding, invece, si intende l’utilizzo di metodi di programmazione, anche sotto forma di gioco per bambini e ragazzi (ad esempio concatenando diversi blocchi colorati che, passo dopo passo, esprimono le istruzioni necessarie alla soluzione del problema), allo scopo di sviluppare le capacità di pensiero computazionale. Una sorta di palestra di addestramento al pensiero computazionale.
Di Vittorio – Malamente #19 (ottobre 2020) [QUI IL PDF]
Rompere la paralisi
Quando
è stata estesa la zona rossa su tutta Italia ero a cena da amici. Al pomeriggio
ero andato a osservare la “frontiera” sul fiume Cesano, la provincia di Pesaro
era infatti già zona rossa, teoricamente inaccessibile. Sul ponte il solito via
vai, soltanto in alcune ore le pattuglie stazionavano pigramente ai lati della
strada. Improvvisamente la notizia è rimbalzata sui social e ci ha raggiunti
quando eravamo arrivati al dolce. Ci siamo accorti che l’epidemia e le sue
conseguenze sociali stavano facendo un salto di scala a cui non eravamo
minimamente preparati. Abbiamo telefonato ad altri amici che stavano lavorando
vicino a Modena: “tornate stanotte altrimenti rischiate di rimanere bloccati
là!”. Incertezza, timore e confusione informativa avrebbero dominato le
settimane successive un po’ per tutti e tutte.
Poi
è arrivato il lockdown e nella provincia adriatica qualcuno ha provato a
scherzare dicendo che per strada sembrava che il tempo si fosse fermato alla
domenica pomeriggio… ma a parte l’ironia è stato evidente che le conseguenze
economiche e sociali sarebbero state molto dure, specialmente per chi non aveva
un reddito fisso.
Ho
iniziato a parlare della necessità di “fare qualcosa” con molti amici e
compagni, cercando di capire se ci fosse qualcuno che si stava attivando in
questo senso. La Protezione civile era stata allertata, le forze dell’ordine di
ogni tipo e colore erano scese in strada come un esercito di occupazione e si
moltiplicavano le ordinanze restrittive, ma da parte di quello che resta dei “compagni”,
tra centri sociali, associazioni e piccoli partiti politici, nessuna iniziativa
concreta all’orizzonte, eravamo completamente impreparati.