Non ci bastano più le parole
Di Redazione
Lo stesso nome e un destino simile uniscono Emmanuel Chidi Nnamdi ed Emmanuel Nnumani. Per entrambi un lungo viaggio alle spalle che li ha condotti dalla Nigeria all’Italia, costa adriatica, dove sono diventati protagonisti e vittime di storie di ordinario razzismo. Del primo, ucciso a Fermo da un picchiatore amico di CasaPound, abbiamo parlato nel numero 5; l’altro, nel momento in cui scriviamo, è stato invece dichiarato fuori pericolo e trasferito dall’ospedale Infermi di Rimini in una struttura di riabilitazione, dove lo attende un lungo percorso. Insultato, picchiato, accoltellato e investito da un altro razzista di provincia. Per lui i giornali non hanno sprecato troppo inchiostro: la notizia ha tenuto le prime pagine della cronaca locale il tempo di essere ridimensionata a un episodio scatenato da “gravi problemi psichiatrici” dell’aggressore, in cui la matrice razziale e xenofoba non aveva ragione di esistere. A completare l’ipocrisia, Emmanuel ha ricevuto dal prefetto, in via straordinaria, un generoso permesso di soggiorno di appena un anno per motivi umanitari: questo è il valore di una vita strappata per caso alla morte per mano razzista, una tra tante. Proprio per questi motivi crediamo che l’antifascismo non sia solo retorica da 25 aprile e chi soffia sul fuoco dell’intolleranza non vada derubricato né lasciato in pace, nemmeno per un attimo.
Così è, ed è stato, per Matteo Salvini, contestato ogni volta che si è affacciato su una piazza per mettere in scena le sue “salvinate”: l’articolo di apertura lo dedichiamo proprio alla becera comunicazione dello showman leghista e alle tante contestazioni che lo hanno affrontato anche nelle Marche e in Romagna. Proseguiamo con l’analisi di una rogna che riguarda giovani e meno giovani: la necessità di trovarsi un lavoro, necessità e condanna di tutti noi come spiega il detto “voja de fadigà salteme adosso / fadiga te padròn che io nun posso”. Restando fedeli all’attenzione alla terra che abbiamo sotto i piedi, dedichiamo poi un lungo approfondimento al “parco” eolico che qualche azienda tutt’altro che green ha piazzato sul territorio dell’Appennino pesarese, nei pressi di Apecchio. Sono le stesse montagne segnate dal tracciato del mega gasdotto Brindisi-Minerbio, grande opera collegata alla Trans Adriatic Pipeline (TAP), contro la quale si sono già mobilitati i salentini non assuefatti alle nocività industriali. Come dice il proverbio “chi ha tempo non aspetti tempo”: quando, e se, le macchine scavatrici arriveranno da queste parti sarà probabilmente troppo tardi per opporsi. Da parte nostra seguiamo con attenzione l’evolversi di questa lotta che si preannuncia lunga, complicata ma anche ricca di occasioni di incontro ed esperienza. Insomma, anche nell’Italia centrale non mancano territori da sottrarre alle grinfie dell’economia e dello Stato.
Cosa abbiamo in mente quando parliamo di “territorio”? Su questo concetto pensiamo sia il caso di cominciare a chiarirci le idee e lo facciamo con il ricco contributo di Miguel Amorós che pubblichiamo come supplemento, visto che non ci bastavano le pagine. Per restare sul territorio e approfondire la discussione sulle relazioni tra differenze di genere, potere e cambiamenti possibili, diamo spazio a un progetto di auto-conoscenza e consapevolezza femminile. Il Lunario della Dea è uno strumento pratico che parte dai segnali del corpo, ideato e condiviso da una donna marchigiana che abbiamo intervistato allargando la discussione alle molteplici dimensioni del vivere femminile. Infine proponiamo un contributo sull’educazione libertaria, le cui sperimentazioni si stanno diffondendo in più parti d’Italia. In chiusura questa volta non una ma ben due recensioni, anche se più brevi, che inaugurano la rubrica aperiodica: “libri da rubare vs libri da comprare”, perché anche quello che non ci piace a volte va letto, ma preferiamo non pagarlo.
Intanto proseguono i nostri incontri pubblici di presentazione della rivista e di approfondimento di singoli temi come la partecipazione al “Ratatà” di Macerata, festival di illustrazione, fumetto ed editoria indipendente, e al festival “Una montagna di libri nella Valle che resiste” in Val di Susa dal 16 al18 giugno, segnatevi la data! Per questa estate abbiamo anche in programma una piccola – o forse grande – festa di Malamente… seguiranno aggiornamenti, cercateci anche sui dannati social network.
Il prossimo numero è previsto per inizio settembre: speriamo allora che, di nuovo, non ci bastino le pagine per accogliere le vostre proposte e suggerimenti, ma soprattutto che oltre alle parole ci seguano, e parlino per noi, anche le pratiche e le azioni nei prossimi mesi.